La manifestazione per la consegna dei diplomi e delle
medaglie del Giorno del Ricordo a Udine si è tenuta il giorno 11 febbraio 2017,
alle ore 16,30. Persino l’auditorium ove si è svolta la cerimonia nella parrocchia
di San Marco, in piazzale Chiavris, reca un nome come quello di Monsignore
Leandro Comelli, molto legato alle vicende dell’esodo giuliano dalmata.
Udine, Francesco Apollonio stringe la mano a Gloria Allegretto, vice prefetto, vicino al sindaco Furio Honsell, a Bruna Zuccolin, vice presidente dell'ANVGD e Elio Varutti
Don Comelli era il prete che diceva messa al Villaggio Metallico. Si trattava di 40 baracche con tetto in lamiera ondulata,
abbandonate dagli inglesi nel 1947 nella zona di Via Monte Sei Busi. Lì, nel
“Vilagjo de Fero” si insediarono, previa domanda alla caserma Spaccamela, varie
famiglie d’Istria, Fiume e Dalmazia sino all’ottenimento delle case nei quattro
Villaggi giuliani costruiti a Udine, dal 1950 al 1957, coi fondi dell’UNNRA.
Ecco cos’è stato l’esodo degli istriani a Udine. Dal Centro di Smistamento Profughi di Via Pradamano passarono oltre centomila individui, per essere
destinati nel 140 Centri raccolta profughi (CRP) di tutta Italia. A Trieste di
CRP ne funzionavano 18 e l’ultimo, a Padriciano, chiuse definitivamente nel
1976.
Ha aperto l’incontro Bruna Zuccolin, vice presidente dell’Associazione
Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato provinciale di Udine. «Vorrei ricordare, all’inizio di questa
importante cerimonia – ha detto Zuccolin, che ha parenti istriani – il lavoro svolto in questi decenni
dall’ingegnere Silvio Cattalini, il nostro presidente, oggi molto ammalato». I
presenti in sala hanno risposto fraternamente con un applauso.
Poi ha parlato il professor Furio Honsell, sindaco di Udine. «Io,
da ragazzo, ho vissuto a Trieste – ha detto il sindaco - e negli anni
dell’occupazione titina era sparito il figlio di una mia vicina di casa, la
madre aspettava sempre che lui ritornasse a casa, ma deve essere finito in una
foiba, dopo alcuni anni questa signora mi regalò un libro di matematica del
figlio infoibato ed io mi avvicinai a tale disciplina grazie a quel libro».
Il sindaco Furio Honsell, Ivano Bosdaves, Gloria Allegretto, vice prefetto, Bruna Zuccolin e Varutti
Il professor Elio Varutti, del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine, presentava l’incontro
e ha dato la parola a Federico Pirone, assessore alla Cultura del Comune di
Udine. «Questa è una città che ha conosciuto l’esodo giuliano dalmata – ha
detto Pirone – dato che oltre centomila profughi sono passati dal Centro
Smistamento di Via Pradamano, dove oggi c’è la scuola Enrico Fermi e dobbiamo
pensare alla dimensione europea, parlando del Giorno del Ricordo nel segno
della pacificazione».
Anche Beppino Govetto, assessore alle Attività del tempo libero della
Provincia di Udine, ha voluto menzionare «il percorso di pace e di
riconciliazione con i territori abbandonati dagli esuli, rispettando il
desiderio di verità che sorge da parte delle persone».
L’intervento solenne ed ufficiale della Prefettura di Udine è
stato condotto da Gloria Allegretto, vice prefetto del capoluogo friulano.
«Stiamo parlando di un pezzo di storia misconosciuta – ha esordito Gloria
Allegretto – e agli anni del silenzio bisogna dire che è seguita la solenne
commemorazione del ricordo senza rancore, come stiamo per fare oggi qui».
La conclusione del discorso del vice prefetto è stata rivolta alle
giovani generazioni. «Siamo qui ad onorare ed insignire i discendenti di
italiani scomparsi oppure infoibati – a concluso Gloria Allegretto – per
evitare simili tragedie nel futuro e per trasmettere i nostri valori ai
giovani, già perché il nostro europeismo è radicato nel concetto di patria
sorto nel Risorgimento».
Ivano Bosdaves ascolta dal sindaco Furio Honsell la lettura della motivazione della onorificenza, accanto a Gloria Allegretto e Bruna Zuccolin. Foto di E. Varutti
È iniziata poi la consegna delle benemerenze ai familiari degli
infoibati. Il signor Francesco Apollonio è stato insignito di diploma e
medaglia in memoria dello zio Stellio Apollonio con la motivazione seguente:
“Stellio Apollonio, nativo di Orsera, Istria, Carabiniere Ausiliario. Venne
catturato dagli slavi a Orsera il 17 maggio 1945 e portato al carcere di Parenzo.
Da allora non se ne seppe più nulla”. Il sindaco di Udine ha dato il microfono
al signor Apollonio, chiedendogli di dire qualcosa. «Io ero bambino – ha detto
Apollonio – quando fu messo in carcere a Parenzo. Ho solo qualche racconto dei
miei familiari, ricordo che noi stavamo al Campo Profughi del Silos a Trieste
nei box con la paglia per terra».
Udine - Il sindaco Furio Honsell legge la motivazione per insignire la figlia dello scomparso Luigi La Micela, accanto a Rosanna La Micela, Gloria Allegretto e Bruna Zuccolin. foto di E. Varutti
Il secondo premiato è stato Ivano Bosdaves, in memoria del padre
Marino Bosdaves con questa motivazione: “Marino Bosdaves, nativo di Udine.
Agente di Pubblica Sicurezza. In servizio presso la Questura di Gorizia, venne
prelevato da partigiani titini il 2 maggio 1945 e da quel giorno non si ebbero
più sue notizie, verosimilmente infoibato o diversamente massacrato”.
Come notazione a margine si accenna al fatto che il tale “Bosdario
Marino, di Pietro e di Letizia Zorzin, nato a Udine il 23.11.1913 – Guardia di
P.S. – Arrestato a Gorizia l’1 maggio 1945 e deportato” figura nell’elenco dei 651
scomparsi a Gorizia nel maggio 1945, edito dal Comune di Gorizia nel 1980.
Il maestro Bruno Rossi e Bruna Zuccolin, vice presidente ANVGD di Udine. Foto di E. Varutti
La terza ed ultima persona insignita a Udine è stata la signora
Rosanna La Micela, in memoria del padre Luigi La Micela, con la seguente
motivazione: “Luigi La Micela, nativo di Sicli, in provincia di Ragusa.
Maresciallo dell’Esercito Italiano. Arrestato dai soldati jugoslavi a Gorizia
il 9 maggio 1945 e portato prima ad Aidussina, poi ad Idria e di nuovo ad
Aidussina ove si trovava nel giugno del 1945. Da allora non se ne seppe più
nulla”.
La signora La Micela ha voluto dire due parole: «Avevo sette mesi quando mio papà fu catturato dagli slavi a Gorizia, ricordo solo che mia mamma poi mi raccontava che gli portava da mangiare in carcere, ma lui non c’era, perché doveva essere già morto».
La signora La Micela ha voluto dire due parole: «Avevo sette mesi quando mio papà fu catturato dagli slavi a Gorizia, ricordo solo che mia mamma poi mi raccontava che gli portava da mangiare in carcere, ma lui non c’era, perché doveva essere già morto».
Al termine della cerimonia di premiazione dei familiari degli
infoibati c’è stato un intervallo musicale d’arpa a cura dell’arpista Chiara
Rossi. L’artista e i brani eseguiti sono stati presentati dal maestro Bruno
Rossi, del Consiglio
Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Sono state suonate alcune composizioni
folcloristiche inglesi, il canone di Pachelbel, Debussy, Ibert e Hasselmans. Si
vedano gli allegati in immagine.
In conclusione il professor Fulvio Senardi, dell’Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione di Trieste e Gorizia ha trattato
il tema della Letteratura della Dalmazia nel 1892, riscuotendo ampio interesse
tra i presenti, che hanno rivolto al relatore varie domande.
Appunti dalla Presentazione dell'intervallo musicale a cura del maestro Bruno Rossi, membro del Consiglio Direttivo dell'ANVGD di Udine. Si ringrazia il maestro per la gentile concessione alla pubblicazione dei suoi appunti
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Redactional e networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti,
in collaborazione con E. Varutti. Fotografie di Giorgio Gorlato, ove non
altrimenti riportato.
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Riferimenti
bibliografici e ringraziamenti
- Roberto Bruno, Elisabetta Marioni, Giancarlo Martina, Elio
Varutti, Ospiti di gente varia. Cosacchi,
esuli giuliano dalmati e il Centro di Smistamento Profughi di Udine 1943-1960,
Istituto Statale d’Istruzione Superiore “B. Stringher”, Udine, 2015. (Si può
cliccare qui per la versione nel web con lo stesso titolo).
- Comune di Gorizia (a cura del), Associazione Congiunti dei
Deportati in Jugoslavia, Gli scomparsi da
Gorizia nel maggio 1945, Gorizia, 1980. (Detto elenco è rintracciabile
anche in Internet. Ringrazio il signor Carlo Cesare Montani, esule da Fiume a
Trieste e la signora Laura Brussi, esule da Pola a Trieste, per avermi inviato
una copia di tale volume).
- Giuseppina Mellace, Una
grande tragedia dimenticata. La vera storia delle foibe, Roma, Newton
Compton, 2014.
- Flaminio Rocchi, L’esodo
dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Edizioni Difesa Adriatica, Roma,
1990.
- Lucio Toth, Storia di
Zara, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 2016.
- Elio Varutti, Il Campo
profughi di Via Pradamano e l’Associazionismo giuliano dalmata a Udine. Ricerca
storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell’esodo
1945-2007, Udine, Edizioni ANVGD Comitato provinciale di Udine, 2007.
Udine - Chiara Rossi nel suo concerto con l'arpa.
Foto di E. Varutti
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