Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa da Lorenzo Salimbeni,
responsabile della comunicazione presso la Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia sulla cerimonia tenutasi a Trieste riguardo al Giorno del
Ricordo il 10 febbraio 2017. Fa piacere aver notato la partecipazione all’evento di molti cittadini e di varie
autorità, alcune delle quali mai viste alla Foiba di Basovizza. (S.P.Z.)
Foiba di Basovizza (Fotografia di Carlo Cesare Montani, Trieste)
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«Erano
oltre un migliaio i presenti alla cerimonia che si è svolta la mattina di
venerdì 10 febbraio, Giornata del Ricordo, al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza: mancava purtroppo il Presidente della Repubblica, ma sono
intervenuti numerosi politici di rilievo nazionale.
«Prima della cerimonia – illustra Renzo Codarin, Presidente
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la più antica e
rappresentativa delle associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati –
Matteo Salvini ha voluto visitare il Magazzino 18 del Porto vecchio di Trieste,
luogo della memoria dell’Esodo di assoluto rilievo, tanto che già in tempi non
sospetti ne avevamo chiesto la conversione in sito museale e l’attuale
amministrazione comunale di Trieste appare intenzionata a procedere in tal
senso»
A Basovizza, invece, l’On. Mariastella Gelmini è stata
accompagnata da Codarin a salutare i labari delle varie associazioni della
diaspora giuliano-dalmata, presenti in maniera cospicua e ancor più che negli
anni precedenti: una bella risposta all’ondata negazionista e
giustificazionista di queste tragedie che sembra aver preso vigore. I deputati
Giorgia Meloni e Fabio Rampelli hanno parimenti preso parte alla cerimonia
ufficiale: «Rampelli ha in seguito visitato la mostra dedicata a Nazario Sauro
– spiega il presidente dell’ANVGD -
presso l’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di
Trieste in occasione del centenario della morte dell’irredentista capodistriano
sul capestro austro-ungarico. Mi sono soffermato a lungo con lui e la sua
collega di partito, trovandoli molto preparati e interessati riguardo le
problematiche che ancora affliggono l’associazionismo giuliano-dalmata, tanto
più che negli ultimi tre anni non si è più riunito il tavolo di lavoro Esuli-Governo»
Tornando alla cerimonia istituzionale, figuravano anche altre
autorità, quali l’On. Roberto Menia, al quale si deve l’iniziativa parlamentare che
portò all’approvazione della legge istitutiva del Giorno del Ricordo, il
Senatore Francesco Russo ed i Deputati Massimiliano Fedriga, Ettore Rosato e Savino, nonché esponenti della
Giunta comunale triestina, in primis il Sindaco Roberto Dipiazza: «Il primo cittadino
del capoluogo giuliano – commenta Codarin – ha segnalato la figura di spicco di
Monsignor Santin come punto di riferimento della comunità giuliano-dalmata
nella temperie della storia e più volte ribadito la matrice comunista delle
stragi delle Foibe e delle violenze che portarono all’Esodo di 350.000
istriani, fiumani e dalmati. Ha anche ricordato come sia stato Cossiga nel 1991
il primo Capo dello Stato a venire in visita alla Foiba e a chiedere perdono
per l’oblio calato su questa pagina di storia patria»
Foto da Facebook
Alcune contestazioni sono state rivolte alla Presidente della
regione autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ed al Sottosegretario agli Esteri Roberto Della Vedova, il quale in un passaggio ha definito la comunità italiana
in Istria vittima delle persecuzioni titine “una minoranza”: «Le cifre
dell’esodo che ha svuotato la penisola istriana – puntualizza il numero uno
dell’ANVGD – lo smentiscono: il 90% degli italiani decise di andarsene e città
e villaggi rimasero disabitati. Spero che si sia trattato di un lapsus da parte
di un rappresentante governativo che ha più volte dimostrato attenzione e
sensibilità nei nostri confronti».
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