È conosciuto come dolce
per bambini, data la semplicità dei suoi ingredienti e per la digeribilità.
È un leggero dolce della
tradizione asburgica di Trieste, di Fiume e dell’Istria. Di facile preparazione, il Coch,
o Koch di riso, deve il
suo nome alla lingua tedesca, dato che il termine tedesco kochen significa proprio: cotto.
Si trova in alcuni ricettari delle nonne e delle zie di Pola,
ma era cucinato anche a Fiume ed Abbazia “con le misure in deca(grammi)”, come ha scritto in Facebook
dall’Inghilterra, il 18 ottobre 2018, Luisa Vastola, di Torino nel gruppo “Un
Fiume di Fiumani!”.
INGREDIENTI. Per 6 persone. ¾ litro di latte, 1/8 di litro d’acqua, 200 gr. di riso, 100 gr. di burro. 80 gr. di zucchero, 4 uova, 2 manciate di uva sultanina sotto Rum, raschiatura di limone.
INGREDIENTI. Per 6 persone. ¾ litro di latte, 1/8 di litro d’acqua, 200 gr. di riso, 100 gr. di burro. 80 gr. di zucchero, 4 uova, 2 manciate di uva sultanina sotto Rum, raschiatura di limone.
PREPARAZIONE. Lessate il riso in una pentola col latte e 1/8
di litro d’acqua. Mescolare spesso. Quando il riso è tenero e addensato,
lasciarlo raffreddare. Mantecare il burro con lo zucchero, frullatelo assieme
ai tuorli fino a ottenere una massa spumosa. Aggiungere un po’ alla volta il
riso e la raschiatura di limone e unire lentamente le chiare montate a neve.
Cuocere, per ¾ d’ora in uno stampo imburrato e cosparso di pangrattato, in forno a 180 gradi.
VARIANTE. “Mia nona fazeva grieskoch, il koch di semolino” – ha scritto il 18 ottobre 2018, in Facebook, Vladi Mulon Mulon, nato a Perasto (Montenegro) nel 1962, che vive a Novi Sad (Serbia).
VARIANTE. “Mia nona fazeva grieskoch, il koch di semolino” – ha scritto il 18 ottobre 2018, in Facebook, Vladi Mulon Mulon, nato a Perasto (Montenegro) nel 1962, che vive a Novi Sad (Serbia).
Ricettario della nonna diffuso in Facebook, nel gruppo “Un
Fiume di Fiumani!” il 17 ottobre 2018 da Marinella Lupieri Cavazza, da Romans d’Isonzo
(GO). Si noti al n. 999 la variante del Koch di semolino, o grieskoch
--
“Nelle pasticcerie lo
chiamano diplomatica con le sue varianti” - come ha precisato Mariagrazia
Longhino, da Conegliano (TV), il 22 dicembre 2019 su Facebook. Sullo stesso social network, nello stesso periodo, Annamaria Mihalich, di
Fiume, esule a Venezia e Ilaria Rocchi, di Fiume, hanno voluto aggiungere che
il dolce è pure fiumano. Ilaria Rocchi ha scritto: “che in riva al Quarnero (o
Carnaro), nella sua ricca storia industriale (ahimè solo storia), operò con
successo la Fabbrica per la Pilatura del riso e Fabbrica d'amido (Società
anonima ungherese, fondata nel 1881)”. Ringraziamo pure loro per le
interessanti notazioni aggiuntive.
--
Bibliografia
Maria Stelvio, La
cucina triestina, Trieste (1.a edizione: 1927), Lint, 18.ma edizione, 2013.
Mia nonna fiumana lo faceva. Che nostalgia.
RispondiElimina