Nel 2018 la Commissione comunale di Storia del Comune di
Aiello del Friuli, in collaborazione con il Comitato Provinciale di Udine
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), ha organizzato un
evento per il Giorno del Ricordo.
Il sindaco di Aiello del Friuli, Andrea Bellavite, al centro, apre l'incontro vicino a Stefano Perini
L’attività si è tenuta proprio il 10 febbraio, alle ore 20,30 nella sala civica
di Joannis, in Via Leonardo da Vinci 62, con la partecipazione di oltre 30
persone, alcune delle quali discendenti di esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia.
Ha aperto l’incontro Andrea Bellavite, sindaco di Aiello del
Friuli (UD), con una presentazione storica dei fatti che attraversarono il
confine orientale d’Italia durante la seconda guerra mondiale. Il sindaco,
affrontando il tema della pacificazione, ha voluto ricordare anche la figura di
Antonio Bommarco, nato a Cherso, già vescovo di Gorizia.
Ha parlato in seguito il professor Stefano Perini, della
Commissione comunale di Storia. Anche Perini ha accennato ai fatti storici del
territorio. Prima dell’esodo giuliano dalmata, l’Italia fascista, in alleanza
con Hitler, invase la Jugoslavia. Nel 1941 Lubiana fu annessa al Regno italiano e furono
creati i campi di concentramento per dissidenti e ribelli sloveni e croati,
come quelli di Gonars e di Visco, vicini ad Aiello.
Stefano Perini e Tullio Svettini, a destra, nella sala civica di Joannis il 10 febbraio
Il professor Perini ha,
dunque, ribadito il fatto che secondo “alcuni dati sul Comune di Aiello del
Friuli riguardo ai profughi italiani d’Istria, di Fiume e della Dalmazia nel
1945, c’erano 110 profughi italiani di Zara e molti altri dell’Istria più
tardi, nel 1946”.
L’ingegnere Sergio Satti, esule da Pola nonché decano
dell’ANVGD di Udine, ha portato il saluto di Bruna Zuccolin, presidente
dell’ANVGD di Udine e ha ricordato alcuni fatti incresciosi del suo esodo a
Bolzano. “Dopo il 1947 eravamo più di 3
mila nelle caserme di Laives, con le coperte a fare da parete, per avere un po’
di intimità fra le famiglie – ha detto Satti – e la gente venuta via da Pola è
di 28 mila e 500 individui su 32 mila abitanti, che appena giunti nel resto del
Paese siamo stati tacciati di essere tutti dei fascisti, ma eravamo solo
italiani, qualcuno di noi perfino con parenti socialisti”.
Un affettuoso intervento è stato quello di Tullio Svettini,
esule da Rovigno, appena arrivato dalla commemorazione pomeridiana del Giorno
del Ricordo a Cervignano del Friuli, con musica e letture tratte da testi di
Franco Vegliani, Fulvio Tomizza e Enzo Bettiza. Svettini ha ricordato il suo triste
passaggio proprio nel Centro smistamento profughi di Udine.
La relazione di Elio Varutti
È intervenuto per la relazione ufficiale il professor Elio
Varutti, vice presidente dell’ANVGD di Udine. Il titolo del suo intervento era
“Esuli giuliano dalmati in Friuli e il Campo profughi di Udine”. È stata,
infatti, tracciata la storia del più grande Centro di smistamento profughi
d’Italia, quello della ex-GIL di Via Pradamano a Udine. Da quel posto transitarono
oltre cento mila esuli in fuga dalle violenze titine, che agivano per vendetta
riguardo ai soprusi patiti sotto il fascismo e per la pulizia etnica voluta dal
regime jugoslavo.
Varutti nel suo contributo si è avvalso di una serie di
diapositive, per mostrare fotografie del tempo e documenti originali ed inediti
sull’esodo giuliano dalmata, che fu grande dolore nascosto dalla cortina del
silenzio. Ha infine parlato anche del Villaggio giuliano di San Giorgio di
Nogaro (UD), sorto nel 1950.
Al termine dell’incontro c’è stato un breve dibattito,
secondo la logica del sindaco: “Più idee fanno la democrazia e non è necessario
avere tutti la stessa idea”.
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La meridiana dell’esilio
A margine dell’articolo presente, pare interessante mostrare
la fotografia di una meridiana realizzata
da Aurelio Pantanali di Aiello (paese delle meridiane) sulla casa del signor
Del Bello di Fossalon di Grado (GO).
Spiega il signor Pantanali che “Il papà
del proprietario ha desiderato a ricordo, che venisse riprodotto sotto il
quadrante solare ad ore italiche, il mare Adriatico, la costa istriana e con un
puntino la posizione sulla carta del paese lasciato dopo la guerra e sul lato
opposto al mare la costa alla foce dell’Isonzo con la posizione (puntino rosso)
dove attualmente risiede”.
Fotografie di Aurelio Pantanali
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Servizio giornalistico, di ricerca e di networking a cura di
Sebastiano Pio Zucchiatti e E.V. Fotografie di Daniela Conighi, che si
ringrazia per la collaborazione prestata. Grazie pure a Aurelio Pantanali, per le due foto della meridiana dell'esilio.
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