mercoledì 14 febbraio 2018

Parco Vittime delle Foibe, il Prefetto di Udine chiede scusa ai profughi

Per i patimenti dell’esodo giuliano dalmata, Vittorio Zappalorto, prefetto di Udine, ha chiesto scusa ai profughi. È accaduto durante la cerimonia religioso patriottica al Parco Vittime delle Foibe, di Via Bertaldia, Via Manzini, il giorno 11 febbraio 2018, alle ore 11,45. 

Autorità civili e militari alla funzione religiosa nella Chiesa del Carmine a Udine

“Gli esuli non sono stati accolti bene – ha detto il Prefetto – eppure si trattava di italiani che avevano a cuore la loro terra da cui erano dovuti scappare”. Zappalorto nei giorni precedenti ha partecipato anche ad alcuni appuntamenti delle scuole superiori per il Giorno del Ricordo (ad esempio lo Stringher). “Bisogna parlarne di più nella scuola – ha aggiunto -  e siamo qui per chiedere scusa e per dialogare con i loro figli ed i nipoti”.
La notizia è stata diffusa da Radio RAI nel servizio giornalistico di Lara Boccalon nel Gazzettino del Friuli Venezia Giulia delle ore 18 del giorno 11 febbraio 2018 e anche in televisione il giorno seguente nel TG regionale delle ore 14.
Son lì che prendo appunti, perché il discorso del Prefetto mi sembra una grande novità e mi si avvicina una fiumana ultranovantenne dicendomi: “Alora i se gà acorti de noi!” Annuisco, ma le faccio un segno di lasciare parlare le autorità. “Sì va ben – mi ribatte – starò ben zita, ma son contenta perché i se gà acorti de noi”.

La parte religiosa della giornata era iniziata, alle ore 10,30, nella Chiesa della Beata Vergine del Carmine, dove don Giancarlo Brianti ha celebrato una Santa Messa  “in memoria delle vittime delle foibe e dei defunti giuliano dalmati”, come sta scritto su «Camminiamo insieme» Bollettino parrocchiale n. 6 del 2018, a p. 2. 
Alla funzione religiosa hanno presenziato, tra gli altri, il Prefetto di Udine, Antonella Nonino, assessore ai Diritti e all’Inclusione Sociale, in rappresentanza del Comune di Udine e l’ufficiale della Brigata alpina “Julia”, nonché l’ufficiale dell’arma dei Carabinieri. Era presente, inoltre, il gonfalone del Comune di Udine, nonché il labaro del Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD).
In rappresentanza della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia erano presenti i consiglieri Silvana Cremaschi e Vincenzo Martines. “Bisogna preservare il ricordo di quegli avvenimenti – ha detto la Cremaschi al Parco Vittime delle Foibe – proiettato sul passato, quando le persone furono le vittime civili”. La Cremaschi si è detta contro la guerra e invece a favore le soluzioni politiche. “Oggi si manifesta per il ricordo dell’esodo e della profuganza – ha concluso la Cremaschi – riconoscendo le ingiustizie per le quali bisogna chiedere scusa”.
Bruna Zuccolin, presidente ANVGD di Udine legge una preghiera in Chiesa

La cerimonia civile al Parco Vittime delle Foibe si era aperta con la benedizione del Cippo da parte di don Giancarlo Brianti, parroco della Chiesa della Beata Vergine del Carmine. È proprio lì che negli anni 1954-1956 monsignor Felice Spagnolo ha celebrato alcune centinaia di matrimoni di profughi giuliano dalmati, che andavano avanti e indietro dal Centro di smistamento profughi di Via Pradamano, “per il scambiarse de corsa il vestito da sposa – come hanno raccontato le donne del borgo”.
Poi c’è stata la deposizione della corona d’alloro in onore delle Vittime delle Foibe e la toccante preghiera dell’infoibato, composta nel 1959 da monsignor Antonio Santin, vescovo di Trieste e Capodistria.
Ha parlato anche l’assessore Antonella Nonino. “Voglio ricordare il caso degli esuli – ha detto – ai quali capita nei vari documenti di vedersi scritto che sono nati in Jugoslavia, mentre il loro luogo di nascita era l’Italia, ecco bisognerebbe rispettare la legge che dice di segnare, ad esempio, solo: nato a Pola”. L’assessore Nonino ha ringraziato l’ANVGD di Udine perché “il Parco Vittime delle Foibe è come un cuore pulsante della città in un giorno da riempire di ricordi. Io penso che no basta chiedere scusa, è dovere di ricordare per tutta la cittadinanza. Tra i presenti si sono notati anche Claudio Freschi e Renzo Pravisano, del Consiglio Comunale di Udine”.

Il Cippo al Parco Vittime delle Foibe in Via Bertaldia

Sergio Satti, esule da Pola, decano dell’ANVGD di Udine ha voluto ringraziare il professor Furio Honsell, che nella sua veste di sindaco si impegnò, nel 2009, a realizzare il Parco Vittime delle Foibe, nonostante i pareri discordi della sua maggioranza”.
Allora Honsell ha replicato: “Col cuore e con le lacrime dissi di sì a questo Parco, voluto dall’ingegnere Silvio Cattalini, perché quelle violenze sono da condannare, allora noi viviamo qui un momento di civiltà europea e di dialogo tra i popoli, penso dunque che questo monumento sia un patrimonio di Udine, oltre che dell’ANVGD”.
La cultura della pace e della non violenza è stata ripresa e ribadita da Renata Capria D’Aronco, presidente del Club UNESCO di Udine. “Anch’io vorrei ricordare con affetto – ha concluso la D’Aronco – il compianto presidente degli esuli Silvio Cattalini, nato a Zara”.

L’intervento di Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine
Ha parlato tra i primi oratori, Bruna Zuccolin, presidente dal 2017 dell’ANVGD di Udine, dopo 45 anni di dirigenza da parte del Comandante Silvio Cattalini.
“Ricorre oggi il Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata – ha esordito così la Zuccolin - si tratta di una solennità nazionale, opportunamente istituita con legge nel 2004, che chiama ciascuno e tutti a rinnovare la memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo di 300 mila connazionali dalle terre natie dell’Istria, di Fiume, Pola e della Dalmazia”.

Quella è stata una tragedia a lungo dimenticata “rimossa dalla coscienza del Paese e per tanto tempo poco conosciuta. Italiani dimenticati in qualche angolo della memoria, come una pagina strappata al grande libro della storia, recita la canzone Magazzino 18 di Simone Cristicchi che, al magazzino di Trieste in cui vennero stipate le masserizie abbandonate dagli esuli, ha dedicato un commovente spettacolo riproposto con grande successo in Istria, in tutta Italia e nel mondo”.
Con la legge sul Giorno del Ricordo la Repubblica italiana “ha riconosciuto, finalmente e ufficialmente, che la storia del confine orientale era un pezzo importante della storia del nostro Paese e che le tragedie che colpirono le nostre terre nel cuore di quel secolo difficile che è stato il Novecento diventavano capitoli integranti della sua storia nazionale”.
Circa 300 mila istriani, fiumani, dalmati “spesso per il solo fatto di essere italiani – ha aggiunto la Zuccolin – furono obbligati ad abbandonare la loro terra, i loro beni, i loro parenti ed amici, e costretti ad andare incontro a un futuro precario e incerto, in Italia e all’estero”.
Ha poi detto: “Molti esuli trovarono rifugio a Trieste e nel resto del Paese, dove spesso furono accolti con indifferenza da quella stessa Italia nel cui abbraccio solidale avevano sperato. Molti invece furono costretti ad emigrare all’estero. Come ricordò Enzo Bettiza: non c’è consolazione possibile per riempire il vuoto che si spalanca nell’anima quando si è costretti ad abbandonare la propria casa e la propria terra”.
La preghiera dell'infoibato

A tutti costoro “dobbiamo dire un grazie per la testimonianza di amore per l’Italia, di coraggio, di dignità, di laboriosità che furono in grado di dare, pur colpiti da una tragedia di dimensioni inenarrabili. Tutti e non solo oggi ma ogni giorno dobbiamo concentrarci nella scrittura di una nuova pagina, dove non si parli di violenza, odio e vendetta, per consegnare alle generazioni future un mondo segnato dai valori positivi della giustizia e della pace”.
Il Giorno del Ricordo è dunque “un’occasione per convertire la memoria di una immensa tragedia – ha notato la Zuccolin – in una riflessione su quanto le cose siano cambiate nel frattempo e lascino sperare in un futuro migliore, privo di violenze e ingiustizie. Non si tratta di ridurre la portata di una pagina tragica, ma di fare una riflessione, con la serenità e l’oggettività che sono il vantaggio del tempo trascorso”.
Dal Labaro: Furio Honsell, Bruna Zuccolin, Vittorio Zappalorto, Antonella Nonino, Silvana Cremaschi, Vincenzo Martines e Sergio Satti

Dobbiamo essere memori “di ciò che è accaduto, tesi a realizzare, per il futuro dei nostri figli, un mondo diverso, dove l’odio sia sostituito dal dialogo e dalla voglia di camminare insieme, dettata non già da ragioni sentimentali, ma nel comune interesse di terre e popoli che – dobbiamo ricordarlo – per secoli hanno dialogato e collaborato tra loro – ha rilevato la Zuccolin -. Capire l’importanza del nuovo scenario che abbiamo davanti è un primo passo necessario per costruire un futuro dove la violenza, la discriminazione e l’odio siano solo un doloroso ricordo”.
Il Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia è impegnato e cosciente di questo importante compito oggi e ogni giorno dell’anno, in continuità con il proprio ‘Comandante degli Esuli’, l’indimenticabile Silvio Cattalini. E con il suo ricordo, ho il piacere e l’onore di dare la parola alle Autorità presenti”.
Lucio Costantini

La cerimonia finisce con un legame con Toronto
Alla fine della cerimonia Lucio Costantini, esule istriano, ha letto una poesia di Cesarina Ceschia. Poi, come avvenuto l’anno scorso, lo stesso Costantini ha proposto di accendere un lume nelle case, in onore delle vittime delle foibe, dei caduti e di tutti i defunti giuliano dalmati, così come viene fatto a Toronto, in Canada, da Mario Lorenzutti, esule da Isola d’Istria, con cui si è in contatto per il Giorno del Ricordo.

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Servizio giornalistico, di ricerca e di networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e E.V. Fotografie di E. Varutti.

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Sitologia e cenni bibliografici
- E. Varutti, La campana di Harzarich. Intervista sull'esodo istriano, 1943, on-line dal 28 ottobre 2014.

- E. Varutti, Parla Sara, nipote di Arnaldo Harzarich, che scoprì le foibe d’Istria, on-line dal 2 marzo 2015.

- E. Varutti, La Giornata del Ricordo. L’orrore di quella mattanza: parlano i testimoni delle foibe, «Messaggero Veneto», 7 febbraio 2018, p. 48.

- «Camminiamo insieme», Bollettino domenicale. Parrocchia della Beata Vergine del Carmine, Udine, n.6, 2018.

- Lucia Bellaspiga, Udine. Io, a 97 anni ultimo testimone oculare delle stragi delle foibe, «L’Avvenire», 6 gennaio 2018,

- Giorno del Ricordo. Da Porzûs alle foibe, passando per l’esodo istriano. La riflessione dello storico Raoul Pupo. Profughi, 100 mila per Udine. Testimonianza, Sara: È stato mio zio a scoprire le foibe, «La Vita Cattolica», 7 febbraio 2018, p. 9.

- Marina Corradi, Lettere. Foibe, il coraggio di chi denunciò i crimini e il bacio che salvò la memoria, «L’Avvenire» del 10 febbraio 2018.

- David Zanirato, Esuli istriani e dalmati in città, un libro e una ricerca. Foibe, le storie degli esuli Centomila a Udine, «Il Gazzettino», Cronaca del Friuli, 11 febbraio 2018, pp. I-II.


- Lara Boccalon, Il Centro smistamento profughi di Udine, TG Friuli Venezia Giulia, ore 14 del 12 febbraio 2018, dal minuto 8,45 al 11,38.








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