L’originale evento, svoltosi il 18 febbraio 2018 alle ore 17,
si è aperto con le parole di Paolo Montoneri, consigliere comunale con delega
alla Cultura del Comune di Pasian di Prato, che ha portato il saluto dell’Amministrazione
civica.
Lorenzo Munari e Maria Antonietta Centoducati
Lo spettacolo, di forte tensione emotiva, ha visto sul palco
dell’Auditorium “E. Venier” di Via Roma, Maria Antonietta Centoducati, attrice,
e Lorenzo Munari, musicista. Il recital per voce e fisarmonica si è tenuto in
collaborazione con la Biblioteca comunale "P.P. Pasolini" e col Comitato Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale
Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD). Per tale motivo, dopo l’intervento di
Montoneri, che ha ricordato l’impegno civile del Comune di Pasian di Prato per
trasmettere la memoria di tragici fatti storici ai giovani, ha parlato Bruna
Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine. “Siamo contenti della rinnovata
collaborazione col Comune di Pasian di Prato – ha detto la Zuccolin – perché
sulle questioni dell’esodo giuliano dalmata e sulla tragedia delle foibe non
c’è mai abbastanza informazione, poi questa sera c’è un modo nuovo di
trasmettere quei contenuti storici, in forma creativa, valorizzando le
testimonianze”.
In sala erano presenti anche Elio Varutti, vice presidente
dell’ANVGD di Udine e vari soci, che hanno così potuto apprezzare il lavoro di
ricerca musicale e di drammatizzazione del duo Centoducati Munari, intitolato
“La linea bianca”.
Il reading musicale
è iniziato, davanti a un non folto pubblico, con le parole del diario di
Mafalda Codan, reclusa dai titini a Parenzo e al Castello di Pisino e poi
salvatasi raccontando la verità a due giudici in grado di capire oltre la
cortina di nebbia che avvolgeva la sparizione a la uccisione nelle foibe, con
pseudo processi popolari fatti in piazza, picchiando i malcapitati, guarda caso
italiani. Nella Foiba di Vines, presso Albona, furono trucidati il padre di
Mafalda, lo zio Michele Codan, i fratelli della madre Giorgio e Beniamino, un
cugino materno, Antonio.
Paolo Montoneri e Bruna Zuccolin a Pasian di Prato, prima del recital musicale
Poi sul palco scorrono altri nomi famosi, come quello di
Norma Cossetto, di Visignano, gettata nella foiba di Villa Surani, Anna Maria
Muiesan, di Pirano e persino i parenti del ramo materno del celebre cantautore
Gino Paoli, oltre a e brani scelti dal celebre romanzo di Carlo Sgorlon ‘La
foiba grande’, creando un itinerario che trasporta lo spettatore nella memoria
di un eccidio terribile, ma ancora poco conosciuto a causa della congiura del
silenzio. È sempre Maria Antonietta Centoducati a leggere, interpretare,
declamare, gridare la storia degli infoibati, rompendo il silenzio terribile.
In chiave storica il silenzio era animato da diverse e,
tuttavia, convergenti motivazioni espresse, in primis, dalle forze di governo. Esse
erano così attente a favorire l’allontanamento di Tito dal blocco sovietico,
dopo la rottura con Stalin nel 1948, che non vedevano le esigenze degli esuli. Il
silenzio era mantenuto dai profughi, per non evocare il dolore dei morti nelle
foibe, la vergogna dell’esodo, della cattiva accoglienza ed altri malesseri. Il
silenzio era propugnato dalle forze di opposizione, impegnate a far dimenticare
l’accondiscendenza delle posizioni togliattiane nei confronti delle richieste
territoriali jugoslave.
Dal 2004, data dell’istituzione del Giorno del Ricordo, si parla dell’esodo giuliano dalmata e,
addirittura, se ne fa oggetto di spettacolo civile, come la bella esperienza de
“La linea bianca” di Centoducati e Munari, un progetto di alto profilo morale, adatto
pure alle scuole superiori.
Una linea bianca, secondo certi racconti, veniva tracciata sull'orlo della foiba, prima di trucidare gli italiani.
Una linea bianca, secondo certi racconti, veniva tracciata sull'orlo della foiba, prima di trucidare gli italiani.
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Servizio giornalistico, di ricerca e di networking a cura di
Sebastiano Pio Zucchiatti e E.V. Fotografie di E. Varutti.
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