lunedì 19 febbraio 2018

Cerimonia religiosa a Campagnuzza di Gorizia in ricordo degli esuli

C’è stato un intenso evento religioso nel quartiere istriano di Gorizia. Domenica 11 febbraio 2018, in Campagnuzza, nella chiesa della Madonna della Misericordia – edificata nel 1959 in ricordo della chiesetta della Misericordia, santuario mariano della città di Pola, già dal 1388 – è stata celebrata una S. Messa in ricordo delle migliaia di esuli che trovarono ospitalità a Gorizia.
ANVGD Gorizia, 11-2-2018 chiesa Madonna della Misericordia - un gruppo di esuli con don Fulvio Marcioni e la teca con le buste di terra dei cimiteri dell'Istria

Al termine della celebrazione il parroco don Fulvio Marcioni ha benedetto la teca dove hanno trovato collocazione le buste, ormai vuote, che avevano contenuto la terra dei cimiteri istriani, raccolta dagli esuli straziati per aver dovuto abbandonare anche  le tombe dei propri cari. Era  stato lo stesso don Fulvio a consegnare lo scorso anno a Maria Grazia Ziberna, presidente del Comitato Provinciale di Gorizia dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD) il materiale, unitamente ad un biglietto autografo di don Luciano Manzin attestante l’origine della terra contenuta nelle buste.
La professoressa Maria Grazia Ziberna, sottolineando il valore affettivo del materiale ricevuto in dono, ha ringraziato il parroco e i fedeli della comunità cristiana per la sensibilità e la solidarietà  dimostrata. Il sacerdote ha poi letto la “Preghiera per le vittime delle foibe”, a suo tempo composta da Mons. Antonio Santin, Vescovo di Trieste e Capodistria, nel segno di una fede e di una speranza che sono patrimonio inesauribile del popolo istriano, fiumano e dalmata.
Al termine della Santa Messa, una delegazione  si è recata al Cimitero centrale di Gorizia, dove è stata deposta una corona davanti al cippo dedicato agli esuli morti lontano dalla loro Terra.
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Servizio giornalistico, di ricerca e di networking a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Fotografie dell’Archivio ANVGD di Gorizia e testi di Maria Grazia Ziberna, che si ringrazia per la fattiva collaborazione.

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