Una trafelata Paola Del Din, medaglia d’oro al valor
militare, è stata la prima ad arrivare nel salone di Palazzo Belgrado, sede
della Provincia di Udine per il Giorno del Ricordo. “Buongiorno, pensavo di essere in ritardo – ha detto, col
fiatone – e invece devo aver sbagliato orario, meglio così”.
Udine, Salone del Palazzo Belgrado, sede della Provincia per il Giorno del Ricordo 10.2.2018. Fotografia di Giancarlo Martina
L’arzilla
rappresentante dei partigiani della Brigata Osoppo viene accolta con molti
onori dal personale dell’ente. Anzi viene fatta accomodare vicino alla stanza
del presidente della Provincia, onorevole Pietro Fontanini, per farla riposare
e per farle sorbire un caldo caffè. Novantacinque anni non sono uno scherzo, ma
lei si lamenta solo delle mani che a volte le giocano brutti scherzi.
È il 10 febbraio 2019 e alle ore 10 ha inizio la
commemorazione del Giorno del Ricordo,
sotto la guida del presidente Fontanini. È anche l’occasione per presentare un
libro fresco di stampa del professor Elio Varutti, vice presidente del Comitato
Provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia
(ANVGD). Il titolo del volume è “Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia esuli in
Friuli 1943-1960. Testimonianze di profughi giuliano dalmati a Udine e
dintorni”, giunto già alla seconda ristampa - mentre si scrive questo articolo.
Oltre a ricordare la grande attività di Silvio Cattalini, il
compianto presidente dell’ANVGD, Pietro Fontanini ha citato anche Sara
Harzarich, nipote di
Arnaldo Harzarich, il maresciallo dei pompieri di Pola, che scoprì il dramma
delle foibe d’Istria, riesumando centinaia di cadaveri di italiani uccisi dai
titini.
Parla Pietro Fontanini
È pieno come un uovo il salone del Quaglio, cosiddetto per
via dei vivaci affreschi seicenteschi di Giulio Quaglio. Addirittura sono state
predisposte anche alcune sale laterali con monitor per le immagini e l’audio in
diretta. Ci sono anche quattro classi dell’Istituto “B. Stringher” con i
rispettivi professori, ma le sedie non bastano. Ci saranno oltre 200 persone.
In primo piano si notano, tra le autorità militari, il
generale di Corpo d’Armata Luigi Federici, il generale di Divisione Nedo
Lavaggi, il colonnello dei Carabinieri Marco Zearo, il colonnello dei
Carabinieri Ivano Fraticelli, il colonnello della Guardia di Finanza Sergio
Schena, il capitano dei Carabinieri Lorenzo Pella e il capitano dell’Esercito
Nicola Caldieri.
Una infilata di alte autorità militari per il 10 febbraio 2018 a Udine a Palazzo Belgrado
Fontanini dà la parola a Carlo Giacomello, sindaco di Udine.
“Non sapevo questi fatti, a scuola non si studiava l’esodo istriano – ha detto
il sindaco – sino a che l’ingegnere Cattalini, con la sua grande volontà
d’animo, mi ha fatto conoscere la questione delle morti in foiba e il Centro di
smistamento profughi di Via Pradamano, sempre con serenità e pacatezza, senza
rancore”.
Bruna Zuccolin, presidente dell’ANVGD di Udine, è intervenuta
per ricordare la tenacia di Cattalini di cui lei, nel 2017, ha raccolto il
testimone, impostando “un lavoro di squadra che sta dando ottimi frutti, in
considerazione delle decine di eventi per il Giorno del Ricordo cui siamo stati chiamati a partecipare in varie
scuole superiori (ad esempio: Stringher e
Stellini), nei comuni della provincia, della regione e, perfino, fuori
regione, fatto mai accaduto in questi ultimi decenni”.
Gli studenti dell'Istituto Stringher di Udine nella prima sala aggiuntiva, visto il pienone di presenze. Foto di Germano Vidussi
Il professor Giancarlo Martina, dell’Istituto “B. Stringher”,
portando il saluto della dirigente scolastica Anna Maria Zilli, impegnata al
Ministero, ha comunicato i risultati di un’originale ricerca della scuola. Sono
stati raccolti 350 questionari in provincia di Udine, di persone tra i 18 e i
72 anni. “Emerge che – come ha detto il professor Martina, referente del
progetto assieme a Monica Secco e alla preside – il 77% degli intervistati
conosce la tragedia delle foibe, l’85% sa cos’è l’esodo, mentre il 65% di essi
quantifica le vittime del massacro nelle foibe e il numero degli esuli
istriano, fiumano dalmati”.
Parla Elio Varutti, citando le testimonianze raccolte in anni di ricerche sull'esodo giuliano dalmata. Foto di Germano Vidussi
La professoressa Renata Capria D’Aronco, presidente del Club
UNESCO di Udine, ha auspicato una traduzione in inglese dell’interessante
volume di Varutti, mentre Maria Letizia Burtulo, presidente dell’Università
della Terza Età, ha ricordato quanto fosse importante Cattalini tra i suoi
docenti e quanto fosse tenace nel battersi per divulgare le vicende di Zara e
un brano di storia sconosciuto.
Pure il giornalista Paolo Medeossi, ha ricordato la figura di
Cattalini. “È stato per me un vero maestro – dice Medeossi – e ci raccontava le
vicende della sua Zara, dell’esodo giuliano dalmata e delle eliminazioni degli
italiani nelle foibe con dolore, ma senza rancori, anzi con pacatezza.
L’ultima relazione ufficiale è stata quella del professor
Andrea Tilatti, storico dell’Università di Udine. “Questo libro è denso di
testimonianze – ha detto Tilatti – perciò e la sua ricchezza sta nell’insieme
di vicende descritte dai protagonisti o dai loro discendenti, poi è molto
interessante il dato sull’esodo degli italiani del 1920, quando la Dalmazia,
esclusa la città di Zara, venne assegnata al nascente Regno dei Serbi, dei
Croati e degli Sloveni, poi è descritto l’esodo del 1943, durato fino al 1956 e
oltre”.
La parola al professor Andrea Tilatti, dell'Università di Udine. Foto di Giancarlo Martina
Il professor Varutti ha svolto la sua relazione mostrando una
serie inedita di fotografie e di documenti d’epoca. “Vorrei menzionare come è
stato portato via dai titini – ha detto Varutti – il padre dei fratelli Mattini
che sono presenti qui in sala”. Ecco il racconto: Frane, vien un momento via
con noi, i gà dito. È iniziato così il triste ricordo del padre infoibato per
Onorina Mattini, nata a Pinguente nel 1924. Era il 15 settembre 1943. Hanno
usato il diminutivo, vezzeggiativo in lingua croata “Frane”, per “Francesco”.
Egli era un addetto dell’impianto pompe dell’acquedotto militare di Pinguente.
Francesco Mattini, classe 1895, non era una camicia nera. Non era un militare.
Era un impiegato civile. Lo hanno ammassato nella scuola del paese, divenuta
per l’occasione prigione titina, assieme a tanti altri italiani del posto da eliminare.
Nel libro ci sono altre storie di infoibati, raccontate dai discendenti, come l’ingegnere Carlo Alberto Privileggi di Parenzo, oppure Maria Cramer di Montona, Giusto e Mario Chersi, di Parenzo, ovvero della fucilazione dei tre fratelli Mrak, di Cerò di Sotto (oggi in Slovenia, Dolnje Cerovo).
Nel libro ci sono altre storie di infoibati, raccontate dai discendenti, come l’ingegnere Carlo Alberto Privileggi di Parenzo, oppure Maria Cramer di Montona, Giusto e Mario Chersi, di Parenzo, ovvero della fucilazione dei tre fratelli Mrak, di Cerò di Sotto (oggi in Slovenia, Dolnje Cerovo).
Pubblico in piedi perfino nell'atrio di ingresso. Fotografia di Giancarlo Martina
Nel dibattito che si è aperto ha parlato Paola Del Din,
accennando anche lei al fatto che Cattalini fosse pacato e disponibile al
dialogo fra le sponde dell’Adriatico, mentre la situazione per certi storici
croati non è ancora stata ben chiarita, lasciando ancora dei lati oscuri. “Come
può crescere una democrazia – ha tuonato la Del Din – se vengono dette delle
bugie?”. A quel punto è partito un lungo ed intenso applauso.
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Servizio giornalistico, di ricerca e di networking a cura di
Sebastiano Pio Zucchiatti e E.V. Fotografie di Daniela Conighi, Giancarlo
Martina e Germano Vidussi che si ringraziano per la collaborazione prestata.
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Ringraziamenti. Per alcuni informazioni ricevute sono
grato alla cortese signora Patrizia Pauletig, della Segreteria di Presidenza
della Provincia di Udine.
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Sitologia e cenni
bibliografici
- E. Varutti, La campana di Harzarich. Intervista sull'esodo istriano, 1943, on-line dal 28 ottobre
2014.
- E. Varutti, Parla Sara, nipote di Arnaldo Harzarich, che scoprì le foibe d’Istria, on-line dal 2
marzo 2015.
- E. Varutti, La Giornata
del Ricordo. L’orrore di quella mattanza: parlano i testimoni delle foibe, «Messaggero Veneto», 7 febbraio 2018, p. 48.
-Lucia Bellaspiga, Udine. Io, a 97 anni ultimo testimone oculare delle stragi delle foibe, «L’Avvenire», 6 gennaio 2018.
- Giorno del Ricordo. Da Porzûs
alle foibe, passando per l’esodo istriano. La riflessione dello storico Raoul
Pupo. Profughi, 100 mila per Udine. Testimonianza, Sara: È stato mio zio a scoprire
le foibe, «La Vita Cattolica», 7
febbraio 2018, p. 9.
- Marina Corradi, Lettere. Foibe, il coraggio di chi denunciò i crimini e il bacio che salvò la memoria,
«L’Avvenire» del 10 febbraio 2018.
- David Zanirato, Esuli
istriani e dalmati in città, un libro e una ricerca. Foibe, le storie degli
esuli Centomila a Udine, «Il
Gazzettino», Cronaca del Friuli, 11 febbraio 2018, pp. I-II.
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