Toni Capuozzo. Per la foto si ringrazia il seguente sito web http://www.varesenews.it/2016/04/toni-capuozzo-racconta-il-segreto-dei-maro/512870/
Poco prima, per celebrare la solennità nazionale,
alle ore 16.45, c’è stato l’omaggio in Largo Martiri delle Foibe, adiacente l’auditorium
di via Roma, alla presenza delle autorità.
Grande soddisfazione per la buona riuscita dell’evento è
stata espressa dagli organizzatori. In effetti non capita tutti giorni a
Gorizia, città di 34 mila abitanti, di vedere l’auditorium praticamente tutto
pieno, con oltre 380 persone a commemorare la tragedia dell’esodo giuliano
dalmata.
Il ricco programma della giornata prevedeva il saluto delle
autorità, l’esibizione dell’Accademia Lirica “Santa Croce” di Trieste, diretta
dal maestro Alessandro Svab e l’intervento della professoressa Maria Grazia Ziberna, presidente dell’ANVGD di Gorizia. Dopo di lei, in programma, c’era
l’intervento di Luca Urizio, presidente della Lega Nazionale.
L’intervento solenne di Massimo Marchesiello, prefetto di
Gorizia, si è manifestato col conferimento da parte sua di due riconoscimenti
agli insigniti discendenti delle vittime delle foibe, ai sensi dell’art. 3,
della Legge n. 92 del 2004. Gli insigniti sono stati: Vito Di Cosmo, residente
a Ronchi dei Legionari, in memoria dello zio Guardia di Finanza Domenico Vito
Giuseppe Spinelli, oltre a Angela Rosita Gori, residente a Medea, in memoria
del padre Guerrino Gori.
Fonte: Maria Grazia Ziberna, ANVGD Gorizia
Nel suo originale intervento, Maria Grazia Ziberna, ha
utilizzato alcune diapositive con riferimento alla tematica dell’uccisione
nelle foibe perpetrata dai titini.
La prof.ssa Ziberna ha iniziato il suo discorso citando le parole del Presidente Sergio Mattarella: “Le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani,
istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse.
Esse fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un
capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del
nazionalismo estremo, dell'odio etnico, della violenza ideologica eretta a
sistema”.
Ha proseguito poi affermando che: “Dopo 70 anni non è più il tempo di negare o minimizzare,
ma è tempo di voltare pagina, di accertare la verità storica e di
ammettere ognuno le proprie
responsabilità. Noi abbiamo ereditato un pesante passato, che molti si ostinano
per motivi ideologici a non riconoscere. Oggi non si possono certamente negare le colpe del fascismo, le
prevaricazioni, le misure repressive e
le violenze degli anni ’20, e quanto è
accaduto durante la guerra, nel
1941 dopo l’occupazione della Provincia di Lubiana.
Nessuno deve poi negare il grande valore della lotta di liberazione dei partigiani che hanno combattuto per la
libertà dal nazifascismo, ma nessuno deve
nascondere o giustificare i crimini commessi da una parte di loro nei confronti
di veri, potenziali o presunti
oppositori all’avvento del regime comunista.
Rodolfo Ziberna e la sorella Maria Grazia con il giornalista Toni Capuozzo, al termine dell'affollato incontro. Fotografia dell'Archivio ANVGD di Gorizia
Nessuno può quindi negare che le
violenze delle truppe di Tito non furono se non in alcuni casi una rivolta popolare, spontanea, e che furono invece
il risultato di una programmazione accurata, di decisioni prese ad alto livello
per effettuare una epurazione preventiva,
furono infatti – sempre citando le parole del presidente Mattarella – Una tragedia provocata da una pianificata
volontà di epurazione su base etnica e nazionalistica”.
Si volevano eliminare
fisicamente tutti coloro che non
condividevano le dottrine comuniste o, pur condividendole, erano potenzialmente
ostili alla politica di Tito, che voleva annettere alla Jugoslavia tutte le
terre fino al Tagliamento e instaurare
un regime comunista.
La presidente Ziberna ha poi continuato affermando che “la
Slovenia di oggi ha avuto il coraggio di voltare pagina. Il presidente della
Repubblica slovena Borut Pahor ha infatti riconosciuto che “La Slovenia ha iniziato
a gestire una delle sfide storiche più drammatiche”, e che “E’ un nostro dovere umano e di Stato
quello di seppellire in maniera civile le vittime delle uccisioni del
dopoguerra”. (…) “Non cambiamo la
storia, cambiamo il futuro”.
Pur tra mille problemi di natura politica e ideologica, i
cittadini della Slovenia hanno iniziato quindi
ad indagare su quanto è accaduto realmente a quel tempo. Questa
coraggiosa ricerca della verità ha portato i suoi frutti: la
Commissione slovena costituita già negli anni ’90 per individuare i siti di
sepoltura delle vittime di uccisioni di massa
ha individuato e segnalato, recintandoli e costruendo in molti casi
delle cappelle nelle vicinanze, 600 siti dove sono stati occultati decine di
migliaia di oppositori del regime di Tito, militari ma anche un numero
elevatissimo di civili inermi. Sono stati così individuati siti come Huda Jama,
dove sono stati occultate le salme di circa 3 mila persone, e Maribor, dove in
un fossato anticarro, ritrovato durante i lavori per costruire l’autostrada,
sono stati rinvenuti i resti di 15 mila vittime.
Nella
contestualizzazione storica è stato poi ricordato il 97enne Giuseppe Comand, di Latisana – ultimo testimone
oculare delle esumazioni delle foibe, recentemente insignito dell’onorificenza
di commendatore per iniziativa dello stesso presidente Mattarella, dopo la pubblicazione sull’Avvenire di un articolo della
giornalista Lucia Bellaspiga.
Fonte: Maria Grazia Ziberna, ANVGD Gorizia
Poi l’attrice novantenne Maja Monzani ha recitato “Foiba” di Marco Martinolli. In sala
c’era anche la sua famiglia, di origine lussignana. Lui, giovane ingegnere e
poeta, è morto nel 2010, a 39 anni.
La Ziberna si è poi soffermata sulle dichiarazioni di Pavel Jamnik, il funzionario della Polizia criminale incaricato di indagare sui crimini avvenuti al termine del secondo conflitto e su quanto è emerso dai ritrovamenti a Huda Jama e a Maribor, oltre che sulla cerimonia funebre tenutasi nel 2016 alla presenza dei presidenti di Slovenia e Croazia.
La Ziberna si è poi soffermata sulle dichiarazioni di Pavel Jamnik, il funzionario della Polizia criminale incaricato di indagare sui crimini avvenuti al termine del secondo conflitto e su quanto è emerso dai ritrovamenti a Huda Jama e a Maribor, oltre che sulla cerimonia funebre tenutasi nel 2016 alla presenza dei presidenti di Slovenia e Croazia.
Commentando infine l’affermazione del presidente Mattarella,
secondo cui “L'Unione Europea è nata per contrapporre ai totalitarismi e ai
nazionalismi del Novecento una prospettiva di pace, di crescita comune, nella
democrazia e nella libertà. Oggi, grazie anche all'Unione Europea, in quelle
zone martoriate si sviluppano dialogo, collaborazione, amicizia tra popoli e
stati”, la presidente Ziberna ha concluso il suo intervento sottolineando che “non
sarà probabilmente possibile una memoria condivisa, ma per continuare su questa
strada è doveroso ricordare, ricercare la verità e rispettare la memoria degli altri, perché le
nuove generazioni, i nostri figli, si
meritano un futuro migliore, un futuro di collaborazione e di pace. Cominciamo
a crearlo noi questo futuro, da subito”.
Fonte: Maria Grazia Ziberna, ANVGD Gorizia
Anche il prefetto, nel suo breve ma incisivo intervento, dopo
la presentazione della Ziberna, ha detto che non conosceva tanti particolari. Lo
stesso Capuozzo, in un’intervista successiva all’evento, ha accennato al fatto
che non sapeva certi dati, raccolti e diffusi dalla preziosa e paziente ricerca
e traduzione della professoressa Maria Grazia Ziberna.
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Filmografia
Andrea Tomasella, Intervista a Toni Capuozzo - Giorno del Ricordo, profughi e politicamente corretto, 14
febbraio 2018.
Ecco il link per poter guardare l'intervista a Toni Capuozzo: https://youtu.be/sX0oQkgR9xw
Bruna Zuccolin, presidente ANVGD di Udine assieme a Maria Grazia Ziberna, presidente ANVGD di Gorizia, a destra, durante un incontro culturale del dicembre 2017 che ha segnato la collaborazione tra i due Comitati Provinciali ANVGD di Udine e di Gorizia.
Foto di E. Varutti
Foto di E. Varutti
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Servizio giornalistico, di ricerca e di networking a cura di
Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Fotografie e testi di Maria Grazia
Ziberna, che si ringrazia per la fattiva collaborazione.
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